Partita IVA: sì o no?

25 Marzo 2022

Stai iniziando a pensare alla libera professione, ma ecco che arriva il dubbio atroce: devo aprire la partita IVA? Con tutto ciò che ne deriva, ossia: quanto mi costerà? E come faccio con le tasse? Ma nella pratica cosa devo fare?

In questo articolo affrontiamo l’argomento: capirai se aprirla è la mossa giusta per te e a chi rivolgerti affinché tutto sia in regola. Ovviamente, va da sé che per informazioni più dettagliate occorre rivolgersi a un commercialista.

Iniziamo rispondendo al dubbio che attanaglia qualsiasi linguista che si stia affacciando alla professione.

Ma mi conviene aprire la partita IVA?

Quanto sto per dirti non è legge divina, bensì suggerimenti che derivano dalla mia esperienza e consigli che all’epoca la mia commercialista diede a me.

Se sei nelle fasi iniziali della tua carriera di traduttrice/traduttore o interprete, molto probabilmente il tuo volume di affari e di clienti non sarà tale da giustificare le spese in cui inevitabilmente incorrerai una volta aperta la partita IVA. Per questo motivo, all’inizio può non essere conveniente aprirla.

“E quindi come fatturo?”, mi chiederai. Per fatturare puoi ricorrere al pagamento in ritenuta d’acconto, come collaborazione occasionale. Questo però prevede che si verifichi quanto segue:

  1. Il tuo guadagno annuo non deve superare la soglia dei 5.000 euro;
  2. l’eventuale collaborazione con la stessa azienda non deve superare i 30 giorni, nell’anno solare;
  3. l’attività non può essere stabile e continuativa (deve essere appunto occasionale).

Quindi, se la tua situazione non rispetta uno di questi punti, sarebbe il caso di aprire la famigerata Partita Iva.

Come aprire la Partita IVA?

L’attività dei traduttori e degli interpreti non necessita di requisiti particolari, perché apparteniamo alla categoria dei professionisti non regolamentati: questo significa che siamo professionisti senza cassa, ossia non dipendenti da ordini o collegi, attualmente non previsti dalla normativa italiana (a differenza di altri paesi).

Per aprire la partita IVA puoi:

  • rivolgerti a un* commercialista;
  • recarti presso l’ufficio dell’Agenzia delle Entrate competente e presentare richiesta compilando l’apposito modello.

In quest’ultimo caso, ecco alcune indicazioni:

  • il codice ATECO da inserire è 743000;
  • la nostra attività non comporta l’obbligo di iscrizione alla Camera di Commercio Industria e Artigianato (CCIAA) perché si classifica come lavoro autonomo;
  • dal punto di vista previdenziale, bisogna iscriversi alla gestione separata INPS dei liberi professionisti senza cassa. Puoi farlo inviando l’iscrizione tramite posta raccomandata o invio telematico direttamente dal sito dell’INPS.

Ricorda che: i contributi INPS sono interamente a tuo carico, anche se potrai addebitare in fattura, al cliente, a titolo di rivalsa, un’aliquota pari al 4% del compenso indicato. Il versamento di questi contributi avviene secondo le stesse modalità previste per i versamenti delle imposte sul reddito (IRPEF).

Per ulteriori informazioni, ti consiglio di:

Domande, incertezze, dubbi? Scrivi nei commenti 😉

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